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Non perdere i tuoi dati: occhio alla data retention!

Sì, non fare attenzione potrebbe presto significare perdere qualcosa di importante come i tuoi dati, e questo per via del passaggio da Universal Analytics a Google Analytics 4!

Che sta succedendo? Di cosa stiamo parlando?
Qual è lo scopo della conservazione dei dati?
E come affrontare al meglio il cambiamento imposto da Google?

L’importanza della data retention

La data retention non rappresenta altro che il periodo di tempo in cui i dati degli utenti e degli eventi vengono conservati sui server di Analytics prima di essere eliminati automaticamente. 

Si tratta quindi del cuore pulsante di qualsiasi strategia di marketing digitale di successo: la conservazione accurata dei dati consente di monitorare l'efficacia delle campagne nel corso del tempo, permettendo di adattarsi prontamente alle mutevoli esigenze del pubblico.

Ma la raccolta di dati è solo una parte del percorso: la vera sfida è trasformare quei dati grezzi in insight significativi! L'analisi dei dati è il processo chiave per comprendere il comportamento degli utenti, identificare i punti di contatto più efficaci e ottimizzare le conversioni

Metriche avanzate e report personalizzati consentono di andare oltre i numeri di base, fornendo una visione dettagliata delle interazioni degli utenti. Attraverso una accurata fase di data analysis, le aziende possono adattare le loro strategie per massimizzare il coinvolgimento e ottenere risultati tangibili

Ecco dove sta l’importanza della data retention: di fatto pone le basi per un lavoro di analisi che va oltre la semplice lettura di parametri e che serve a tracciare le migliori strategie di marketing possibili.



La mossa di Google

La piattaforma più famosa per svolgere questo tipo di lavoro, ossia Google Analytics, è dichiaratamente lo strumento d’eccellenza per misurare le performance delle attività di inbound marketing, analizzare il comportamento degli utenti e ottimizzare le strategie di conversione. 

Tuttavia, con il passaggio da Universal Analytics a Google Analytics 4, ci sono alcune novità da tenere in considerazione, soprattutto per quanto riguarda la conservazione dei dati.

Per Universal Analytics, il periodo di data retention predefinito era di 26 mesi; Google Analytics 4, invece, mette a disposizione inizialmente un periodo di due mesi

Questo significa che, se non si modifica il periodo di data retention predefinito, c’è il rischio di perdere i dati degli utenti e degli eventi dopo soli due mesi dalla loro raccolta, con conseguenti limitazioni nelle analisi e nei report

Inoltre, mantenere i dati ottenuti per un periodo troppo breve non consente di fare confronti anno su anno, trimestre su trimestre o anche solo mese su mese in base al periodo di immagazzinamento. 

Prima di scoprire qual è la soluzione proposta da Google, proviamo a capire quanto può essere importante l’analisi dei dati con un piccolo esempio.

Un esempio pratico

Ecco un caso in cui la conservazione e il tracciamento dei dati mostrano tutta la propria importanza.

Facciamo l’esempio di un e-commerce che non ha attivi i tracciamenti su passaggi fondamentali come l’aggiunta di prodotti al carrello, oppure l’acquisto di prodotti e il loro valore, il loro nome o il loro codice. Non vi sembra che navighi un po’ alla cieca?

E anche non modificare la data retention quando necessario può voler dire ritrovarsi con niente in mano alla fine. Immaginiamo il solito e-commerce: nel tempo aveva creato dei rapporti personalizzati delineando un certo tipo di pubblico, con un target costituito ad esempio da donne della città di Padova dai 25 ai 35 anni di età, oppure uomini di più di 50 anni tutti provenienti dalla Toscana.

Sono ovviamente dati cruciali per svolgere analisi puntuali sul comportamento d’acquisto. Ma per quanto dettagliate siano queste informazioni, non aggiornare il periodo di data retention impostato a due mesi potrebbe portare a due situazioni decisamente sgradevoli:

  • non poter fare alcun tipo di confronto annuale, semestrale o trimestrale, limitando senza motivo il potenziale di questi dati

  • perdere tutto dopo appena due mesi, alla faccia del tempo e del lavoro dedicati a ottenere questo bottino preziosissimo!

La soluzione di Google

Per evitare di incorrere in situazioni problematiche e per rendere più semplice la gestione di questa parte di lavoro, Google ha proposto la propria soluzione: l’esportazione dei dati da Google Analytics 4 a BigQuery, servizio di cloud data warehouse.

Cloud data warehouse? Ma che roba è?

Come tutti i servizi cloud, BigQuery mette a disposizione il proprio spazio virtuale per l’immagazzinamento dei dati (non per niente “warehouse” significa proprio “magazzino”). La particolarità di queste tecnologie è di essere scalabili e flessibili in base al volume dei dati da raccogliere, garantendo quindi prestazioni sempre efficienti.

In più, un’altra caratteristica di questo tipo di piattaforme è quella di poter essere interrogate efficacemente con richieste (query) approfondite e articolate, anche di fronte a un dataset di grandi dimensioni. In questo modo, si può avere una visione più ampia e completa dei dati e utilizzare al meglio le potenzialità di Google Analytics 4. 

Per facilitare questo processo, Google mette a disposizione dei dataset di esempio che simulano delle implementazioni reali e delle guide per risolvere problemi specifici.

Ma facciamo qualche esempio.

Fra le opportunità di analisi c’è quella di poter prevedere la fidelizzazione e l’abbandono degli utenti, oppure misurare le performance del sito o dell’app, o ancora combinare i dati di Google Analytics con altre fonti di dati esterne; tutte dinamiche che permettono di utilizzare i dati nella maniera più completa possibile.

In conclusione

La data retention è un fattore chiave per il successo delle attività di inbound marketing, perché determina la qualità e la quantità dei dati a disposizione per le analisi e le ottimizzazioni. 

Il passaggio obbligatorio a Google Analytics 4 non deve farci paura: basta prestare attenzione alle nuove impostazioni di conservazione dei dati e scegliere il periodo più adatto alle proprie esigenze e a quelle degli utenti.

Inoltre, come abbiamo visto, si può comunque optare per l’esportazione dei dati su BigQuery, che offre una soluzione più flessibile e potente per sfruttare appieno tutto ciò che Google Analytics 4 ha da offrirci.

Adesso non ci sono scuse: occhio a non farsi trovare impreparati il 1° luglio 2024!

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